Con due Caffè Nazionale, dal 1889 in piazza Staglieno, la famiglia gestisce e lavora anche in altre attività, “modernamente” assai differenziate, quali la vendita del ghiaccio, l’esattoria, la torrefazione e la drogheria, oltre al bar.

Bianchi è dal 1900 in Via Matteo Vinzoni: “solo” bar pasticceria e laboratorio riempiono di profumi, sapori e tradizione Levanto, in favore dei suoi cittadini e dei suoi ospiti.

Da anni hanno gli stessi fornitori e resistono alle preparazione già pronte, ostinatamente preparando la loro pasta di mandorle e ogni sorta di paste lievitate.

Rodolfo Bonnet in laboratorio, Tea e Daria, sua moglie e la loro figlia, e Ambra in sala, figlio di mamma Isa, quasi centenaria e suo fratello Gino, nonno di Ambra, hanno raccontato la storia più che centenaria e la vivono oggi con passione ed entusiasmo, insieme ai loro dipendenti, quasi una famiglia allargata.

Gino non voleva studiare, quindi all’età di quindici anni inizia a coltivare la sua passione professionale imparando la pasticceria, arte di precisione e chimica, con un tirocinio a Genova e da Defilla a Chiavari per poi esercitarla per anni qui a Levanto, innovando ma rappresentando la tradizione nelle occasioni levantesi importanti.
Due esempi per tutti: il completamento dello spostamento a mare della ferrovia, con una torta per 360 e matrimoni con torte a cinque piani per trecento più recentemente.

Gino ha anche per otto anni avuto un’esperienza politica nell’amministrazione comunale, con libertà di pensiero e con l’aria birichina che ha ancora oggi.

I prodotti di Bianchi sono fatti con sapienza ed amore e con materie prime di qualità: i clienti apprezzano molto le sue specialità per bontà e freschezza, a migliaia fatte quotidianamente, con mille uova fresche ogni settimana.

L’ambiente originale è stato mantenuto integro ed accogliente, così come le sue antiche vetrine, da cui ammirare con gli occhi e con l’acquolina in bocca bomboloni, croissant, vuoti o ripieni di marmellata o cioccolato, la pasticceria fresca e secca, un tripudio durante le feste, ma un tripudio ugualmente tutti i giorni dell’anno. Non senza adattamenti all’evoluzione di gusti e commerci.