Piemontese, con luogo di vacanza famigliare Chiavari, appassionato tutta la vita di moto, a vent’anni viene a Levanto tutti i giorni, dove ritrova i compagni di Università di Torino. Avanti e indietro con la moto Guzzi 500, per la strada provinciale.

L’ammiraglio Pelli nel 1914 aveva fatto costruire una magnifica villa sul mare, di tre piani, con il piano terra destinato alla servitù. Si racconta che la grandezza del salone fu dettata dalla grandezza di un tappeto cinese, dono ricevuto in uno dei suoi viaggi in oriente.

Nel dopoguerra la villa fu acquistata dalla famiglia Gattinoni e dai suoi cugini che, con sapiente restauro, ricavarono abitazioni per casa di vacanza.

Tornando al nostro Ginetto, per molto tempo, come si è detto, fece avanti e indietro, per poi fermarsi a Levanto, ospite per l’appunto del grande amico Aldo, per poi acquistare il piano terra negli anni ’70.

“Fante” fino a 50 anni, ci ha vissuto con la mamma fino a che non conosce e sposa Piercarla negli anni ’90. Ma, prima di questo evento, moltissimo è successo.

Moto, musica, amici e ragazze, casinò e spiaggia: questo il cocktail della sua gioventù per una decina di anni. Ma naturalmente senza trascurare il lavoro, seguendo le ottime indicazioni di serietà del padre.

Per tre anni il Casinò, per intero, fu gestito, intorno agli anni 70, da Gino Paoli, in quel periodo in piena crisi lavorativa e personale. Alloggiò all’Hotel Excelsior e poi in un appartamento di una casa di famiglia levantese prestigiosa.

Il funzionamento del Casinò prevedeva bar a piano terra, ristorante al primo e discoteca all’ultimo, con musica dal vivo suonata dalla band di Paoli. Si pagava l’ingresso fino alle 23.30. Poi arrivavano Ginetto con una decina di amici, rigorosamente maschi, e Gino Paoli cantava fino alle ore piccole. Il Casinò è frequentato da amici cantanti e attori di Paoli: Cochi e Renato, Mina, Vanoni, Gaber, Umberto Bindi con la sua Bentley e i suoi amori…Tutta Levanto e i suoi ospiti frequentano il Casinò.

Di giorno, recuperato il sonno, spesso, girano in moto, sul Bracco: Ginetto con l’Aermacchi, Renato con la Laverda 750 e De Adamich con la Guzzi V7.