Partiamo dalle tradizioni e dalla storia delle due famiglie di Aida e Antonio: terra e vigna da una parte, in Campania, mattone e terra dell’altra, in Liguria.

Per la famiglia Zoppi, gli inizi sono tra Moneglia e Bonassola, con una forte caratteristica edile, di costruzioni. Tanti mattoni, tanto sudore, in settimana per il guadagno e nel fine settimana per la famiglia.

A vent’anni Antonio, contagiato dal virus della terra, inizia, trovando una venditrice che, sulla fiducia guadagnata, gli consente la ratealizzazione dell’acquisto fino al Notaio: altrimenti non sarebbe stato finanziariamente possibile.

Prima e dopo il matrimonio assistiamo anche ad un passaggio, intenso, al commercio: con il fratello ed un bar, portando innovazioni e novità a Bonassola e con un negozio di prodotti di abbigliamento di qualità, per il mare, con Aida.

Poi, con l’assunzione a pieno titolo dell’impresa edile ed i primi guadagni, continua l’acquisizione della terra, perché il virus della terra continua inesorabile a colpirlo: le terre sono abbandonate e mangiate dal bosco. Durante la settimana, quando il lavoro del mattone lo assorbe, un anziano del posto pulisce e nel fine settimana Antonio con l’escavatore finisce il lavoro. Poi la vigna, con vitigni qualità locali e tradizionali, e tanta, tanta passione.

Poi il colpo di fulmine: negli anni novanta, da un’edicola a Genova gli fa l’occhiolino una pubblicazione sulla novità legislativa concernente gli agriturismi in Liguria, appena uscita la legge regionale. Quindi nasce il primo, piccolo, nucleo dell’azienda agrituristica Ca’ du Ferrà. Aida riprende le sue attività “campane”, con l’esperienza agricola ed, in particolare, vitivinicola.

Per anni la fatica dei fine settimana a pulire e piantare barbatelle e a costruire la ricettività. Luoghi stupendi, non sempre facili, però.

Poi l’inserimento in azienda della linfa fresca: il figlio Davide, che oggi si definisce “agrigiurista”, un bel connubio!

Porta una volontà ed una capacità di sperimentare scientificamente e di comunicare. Crede e investe nella qualità, nelle certificazioni. Dal 2013 l’azienda è convintamente convertita al biologico, produce vino more e limoncello, sta riprendendo antichi vitigni autoctoni, recupera terre incolte e gestisce con professionalità e passione la ricettività in un luogo oggettivamente benedetto da Dio, ma anche dagli uomini…. Un ruscello, un mulino, giardini, alberi prodotti semplici genuini e di qualità. Con un sorriso l’accoglienza è meglio, più piacevole per gli ospiti.

Bonassola ci ha messo il suo incanto, la sua bellezza e le sue tipicità, insieme a Levanto e Riomaggiore, ove si trovano i terreni recuperati e resi produttivi.