La favola di Giacomino e della strega
C’era una volta a Levanto… C’era una volta, come in molte favole, un re, che abitava in un bellissimo castello vicino Levanto.
La cognata del re, impazzita, era diventata una temibile strega, così cattiva da nutrirsi dei soldati che le venivano mandati nella chiesa sconsacrata di Sant’Anna, poco lontana da Levanto.
Uno dei soldati, disperato per la sua sorte, incontrò un giovane levantese, tale Giacomino, che si stava recando in osteria.
Interrogato, il soldato raccontò la sua triste storia e prontamente Giacomino si offrì volontario al suo posto, in cambio di un bottiglione di vino e di un sigaro.
Giacomino quindi si recò alla chiesa sconsacrata: qui trovò una giovane fata che, desiderosa di aiutarlo, gli disse di nascondersi dietro l’altare, dove la strega non lo avrebbe cercato.
Così il giovane passò la notte, talmente terrorizzato dalla visione di quell’immondo essere da finire sia la bottiglia di vino sia il sigaro.
Di nuovo all’osteria… Il giorno seguente, Giacomino incontrò un altro soldato, anch’esso affranto: il giovane si offrì nuovamente volontario in cambio di vino e di un sigaro.
Il soldato accettò di buon grado e Giacomino si recò alla chiesa, dove trovò la buona fata che l’aveva aiutato in precedenza.
Questa volta, per salvarsi, si sarebbe dovuto nascondere dietro la porta: così riuscì a sopravvivere per la seconda notte.
Il terzo giorno il giovane, recandosi nuovamente all’osteria, incontrò un altro soldato, disperato tanto quanto gli altri: così corse per la terza volta dalla buona fata, sperando nel suo aiuto.
Ella lo consigliò ancora, raccomandandogli di nascondersi dietro l’altare: quando la strega si fosse riaddormentata, avrebbe dovuto avvicinarsi e darle un bacio.
Così fece Giacomino, liberando la strega dall’incantesimo che l’aveva fatta impazzire: i due si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
Fonte: Aldo Viviani, Storie e Leggende delle Cinque Terre e di Levanto, Ed. Giacchè, 1998