Festival delle Geografie 2018. Quixotterie

Al Festival delle Geografie – 6 7 8 aprile 2018, ci sarà uno spettacolo teatrale, scritto e diretto da Fausto Cosentino e recitato da Vittorio Ristagno, Andrea Benfante e Anna Garrocco, che ci trasporterà in un’incredibile dimensione indietro nel tempo: “Quixotterie”, ovvero il viaggio del mitico cavaliere da strapazzo Don Chisciotte, sempre in compagnia del fedele scudiero Sancho Panza e del povero destriero Ronzinante, dedicato alla donna da lui ribattezzata Dulcinea del Toboso.

“Il cavaliere dell’eterna gioventù
seguì, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare il bello, il vero, il giusto.”

Nazim Hikmet, essendo un poeta, fa capire perfettamente al lettore, in cinque versi, cosa spinse Don Chisciotte a mettersi su quella specie di mulo che era Ronzinante, con un brontolone al fianco, e partire.
Non lo fece per un’idea astratta, ma perché, a un certo punto della sua vita ‘verso la cinquantina’, dovette seguire la legge che batteva nel suo cuore. E Hikmet non si riferisce solo all’amore per Dulcinea. Quello è una conseguenza, non la causa.
Tutto parte dal desiderio di conquistare: il bello, il vero, il giusto. Perché è questa la legge che batte nel nostro cuore.
Don Chisciotte, cavaliere errante, scambia mulini per giganti, baffute contadine per incantesimi su donne meravigliose, animali per altrettanti sortilegi, circostanze consuete per affronti, catini per elmi, ecc. È la parabola di come la pazzia o i percorsi della mente (Don Chisciotte) e l’ignoranza (Sancho Panza) facciano smarrire l’uomo nei labirinti della conoscenza e della realtà delle cose.

Il tema del viaggio e della ricerca come ansia di assoluto, e la possibilità dell’uomo di perdersi nei meandri di se stesso e della vita vivendo percorsi alternativi o bizzarri.
Don Chisciotte: la lotta contro i mulini a vento è la metafora della ricerca dell’identità e di quella persa, dell’uomo che si è smarrito nella pazzia dell’hidalgo o nell’ignoranza di Sancho Panza; quest’ultimo, però, portatore anche di valori e furbizie contadine.
Sancho Panza: credulone e di buon cuore, sciorina proverbi in continuazione e si dimostra capace di comprendere spesso la bizzarria dell’avventura del suo signore e, nel contempo, di viverla dubbioso per quello che è, senza avere le idee chiare mai, e credendo più o meno a quanto dice il nobile.
Lo scudiero vive insieme al suo cavaliere errante la scommessa di un percorso. Il centro, anche qui, è nel viaggio, nell’avventura, nel vivere un sogno.
Come afferma Dario Fo, Don Chisciotte è, appunto, un sognatore; e anche quando Sancho si dimostra consapevole della pazzia del suo padrone non viene affatto meno la sua fedeltà, perché vivere la scoperta, il viaggio, perdersi nei meandri dell’esistenza, sono tra le più grandi necessità umane, e soddisfano un indefinito piacere: l’uomo-Ulisse che alberga in ognuno di noi.
La pazzia è dunque una illusione confortante: la maggiore sconfitta di Don Chisciotte sta nell’essere rinsavito.

Un teatro di idee e fantasia, come sarebbe piaciuto ad Aldo Trionfo ed Emanuele Luzzati: leggerezza, profondità, divertimento, riflessione.

“Quixotterie” vi aspetta sabato 7 aprile alle ore 21.00 presso la sala Caminata dell’Ospitalia del Mare, a Levanto, per sognare con noi questa incredibile avventura.
Vi ricordiamo che il Festival delle Geografie avrà luogo a Levanto il 6, 7 e 8 aprile 2018.