Il mio approdo all’Amfiteatrof Music Festival

La musica è il mio mestiere; un mestiere scelto quando ero ancora molto giovane. Contando il periodo degli studi e quello, ormai lungo, del lavoro come docente, vivo in un conservatorio (Genova, Bolzano, Padova, Potenza, Stoccarda o Salisburgo) da quasi cinquant’anni. Ce ne sarebbe abbastanza per cominciare ad annoiarsi, penserà forse qualcuno… Certo che no! La pratica musicale è un continuo sprone alla ricerca espressiva e alla comunicazione, due ingredienti che mantengono giovane e acceso l’interesse per quello che si fa.
Vivo con gioia la mia professione e da molti anni faccio in modo di legarla ad altri aspetti della vita che mi interessano: mi piace fondere musica e teatro, per esempio, e anche studiare luoghi e formule che permettano a musicisti e pubblico di condividere, insieme al piacere intellettuale, anche una più semplice esperienza di benessere, di novità o di stupore. Benché l’esperienza di un concerto o di un’opera in un grande teatro, con la sua atmosfera rituale e la complessità artistica che assorbono lo spettatore in una sfera magica, sia spesso unica e insostituibile, mi sono accorta che il pubblico ama anche potersi avvicinare maggiormente ai musicisti e sentirsi più intensamente parte del concerto. Mi piace pensare che si possa offrire più di un motivo per venire a un concerto, mi piace che lo spettatore si senta autorizzato a trovare una chiave di lettura personale. Soprattutto mi rendo conto che la bellezza chiama bellezza (e la bellezza, secondo me, è speranza ed energia verso il futuro).
La bellezza sta nell’arte, ma anche nei luoghi, nella natura, nel coraggio, nella gentilezza… Per questo ho cercato spazio di sperimentazione in ambito genovese nel quadro delle iniziative del Conservatorio “Niccolò Paganini”, di cui sono stata a lungo referente per la Produzione e Vicedirettore: collaborazioni con musei, palazzi cittadini, editori, centri di ricerca, parchi, iniziative turistiche.
Dal 2004 al 2015 parte della mia attività è stata dedicata agli “Incontri Musicali” di Bonassola, dove la formula che concilia la musica con altre esperienze vive ha trovato una nuova dimensione ed efficacia. La possibilità di godere del mare, del sole, della buona cucina, del silenzio dei sentieri, della dolcezza dell’aria, crea i presupposti per aprire l’offerta musicale a un nuovo ascolto, più calmo e curioso, nutrito di letture, di idee e di voglia di condividere. Dal punto di vista dei musicisti, la musica resta sempre un prodotto che richiede un alto grado di perfezionismo e di fatica, ma offrirla a un pubblico vivace e accogliente motiva in modo diverso anche gli stessi performer.
Sono felice di poter riprendere quel discorso, di poterlo fare con compagni di strada che stimo e che ben rappresentano il territorio, e raccogliendo l’eredità dell’Amfiteatrof Music Festival dalle mani esperte di un Maestro come Giorgio Mezzanotte. Spesso ho goduto delle sue raffinate proposte musicali, che mi invitavano oltre le gallerie: quest’anno inforcherò la bici quasi tutti i giorni perché Levanto diventerà la mia nuova “terra della musica”.
Tiziana Canfori